RICCARDO LORENZETTI

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Mese: gennaio 2017

31 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

Quando l’ho vista lì, in vendita, non ho resistito. L’ho pagata un euro e cinquanta… Un prezzo onesto, visto che si parla di un sogno.

30 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

E poi, c’è questa vittoria di Melbourne. Dove abbiamo fatto tutti il tifo per lui. Perché non c’è niente di più struggente, nello sport, del declino dell’eroe…

24 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

Solo in Italia una foto del genere poteva creare tutto quello scalpore. Forse perché ci stiamo più attenti.-O magari perché siamo i più infelici.

23 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

Gullit è un bel personaggio… Lo era anche trent’anni fa, quando sbarcò al Milan con i suoi treccioloni alla Bob Marley.

21 gennaio 201721 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

Zamora era un portiere, che già di per sé è un ruolo magico. Forse, il più affascinante di tutti.

20 gennaio 201720 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

Perché Poltronieri era un gentleman. O forse un vecchio zio. Uno di quelli che arrivano a pranzo la domenica, e non dicono mai le parolacce.

18 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

E’ l’Inter e non poteva che essere uno come Mourinho a regalarle la stagione più magica della sua storia.

18 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

L’impresa impossibile dell’Inter saprà accompagnarla; darà alle sue giornate forma e sostanza. Una storia d’amore, quella di Cosetta, che giorno dopo giorno diventa grande.

10 gennaio 201710 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

E qui si capisce come tutto questo non sia solo football. E’ “tradizione”. Che poi diventa “cultura”. Nel senso più vero e più bello del termine.

9 gennaio 2017 riccardolorenzettiblog

Vi compriamo il know-how, vi succhiamo via la tradizione e vediamo cosa vi rimane. E allora, mi viene un’idea. Esportiamogli Ferrero

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“Garoto, o futebol é coisa séria. Não sei como é no Canadá ou no Japão. Mas eu sou brasileiro, e eu sei que no Brasil, o futebol é coisa séria. Quando perdemos contra o Uruguai em 1950, lembro-me... Eu tinha um amigo que disse no final do jogo: “Afinal, é apenas um jogo”... e depois ele chorou. E chorou por cinco dias seguidos. Você acha que é apenas um jogo, isso?”
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